Clonezilla: clonare facilmente dischi e partizioni

Clonezilla: clonare facilmente dischi e partizioni

Chiunque abbia vissuto l’esperienza di un malfunzionamento imprevisto del proprio PC, risolto con una formattazione e la conseguente irrimediabile perdita di dati, sa bene quanto sia importante potere agevolmente fare un backup del proprio sistema.

Inoltre, con l’avvento dei dischi allo stato solido spesso ci troviamo di fronte alla necessità di clonare il nostro intero hard disk per la sostituzione su un SSD decisamente più prestante e sicuro. Per questo tipo di operazioni CloneZilla ci viene in aiuto facilitando l’operazione.

CloneZilla è un’applicazione open source in grado di copiare interi dischi rigidi: il numero di partizioni supportate è notevole (sia per linux, che per Windows, come FAT e NTFS, e Mac, come per esempio HFS+), ma una delle caratteristiche più interessanti è che, come per i migliori programmi di questo settore, è possibile copiare qualsiasi tipo di filesystem, anche se sconosciuto a CloneZilla stesso.

CloneZilla non è un programma che va installato sul sistema operativo, bensì masterizzato su un CD avviabile e utilizzato all’accensione del computer (in pratica è un Live CD).

Se per caratteristiche ed efficacia CloneZilla è un ottimo programma (pari o quasi rispetto ai migliori concorrenti a pagamento), altrettanto però non si può dire per l’interfaccia grafica, che praticamente non esiste. Purtroppo,  l’interfaccia è solo testuale e indipendente dal sistema operativo; ciò può mettere in difficoltà alcuni utilizzatori di Windows, soprattutto i meno esperti.

Installazione e avvio di Clonezilla Live

La prima cosa da sapere è che utilizzeremo quello che viene chiamato Clonezilla Live, ovvero una distribuzione live che possiamo far partire all’avvio del sistema, e che include il software di clonazione vero e proprio. Ciò ci consentirà di clonare un intero hard disk senza che esso sia in uso, e senza la necessità di apportare modifiche al sistema operativo, né di installare software su di esso.

La prima cosa da fare, quindi, è scaricare l’immagine .iso di Clonezilla Live. Possiamo farlo direttamente dall’ apposita pagina del sito ufficiale, scegliendo tra due possibili versioni stabili: una è una distribuzione live basata su Ubuntu (etichettata come alternative), mentre l’altra si basa su Debian. Io ho scelto quest’ultima opzione, ma sostanzialmente non ci sono differenze funzionali significative tra le due versioni; quella basata su Ubuntu si differenzia per il fatto che include anche porzioni di software “non-free”, supporta UEFI e dovrebbe garantire un maggior livello di compatibilità.

Fatto ciò, non resta che scrivere questa immagine su un CD, un pendrive USB o un hard disk (dipende dalle vostre esigenze). La procedura non è complicata, ed il sito di Clonezilla la spiega in modo abbastanza semplice.

Una volta completata questa fase, non resta che riavviare il sistema e far partire direttamente Clonezilla Live. Prima dell’avvio, ci verrà mostrato il classico menu di GRUB, opportunamente personalizzato nell’aspetto. La prima voce è proprio quella relative a Clonezilla Live, quindi selezioniamola e premiamo il tasto Invio per avviare il sistema.

clonezilla

 

All’avvio di Clonezilla Live, ci verrà chiesto prima di selezionare la lingua e la mappatura della tastiera, e poi di avviare Clonezilla. Dopo avere scelto l’opzione Avvio di Clonezilla, avremo due possibilità:

  • device-image : consente di creare un’immagine di un disco (o una partizione), o di scrivere su un disco (o una partizione) un’immagine precedentemente creata;
  • device-device : consente di clonare un disco (o una partizione) su un altro disco (o partizione).

clonezilla_dopo

 

Vedremo prima come utilizzare l’opzione device-image, per poi affrontare il problema della clonazione diretta, con l’opzione device-device.

Creare un’immagine locale di un disco

Dal menu di Clonezilla mostrato in figura 3, scegliamo l’opzione device-image. Fatto ciò, ci verrà chiesto di specificare come e dove salvare l’immagine; abbiamo a disposizione diverse possibilità:

  • local_dev : consente di salvare l’immagine su uno dei dispositivi locali (un hard disk, ad esempio);
  • ssh_server : consente di salvare l’immagine su un server SSH;
  • samba_server : consente di salvare l’immagine su un server Samba;
  • nfs_server : consente di salvare l’immagine su un server NFS;
  • enter_shell : consente di operare manualmente, direttamente da shell;
  • skip : scrive o legge l’immagine del disco in memoria (salvata su una partizione temporanea chiamata /home/partimag).

Noi ci riferiremo all’opzione local_dev; per quel che riguarda ssh_server, samba_server ednfs_server, comunque, è necessario semplicemente impostare l’IP remoto, la porta utilizzata, e le eventuali credenziali prima di proseguire con quanto descritto di seguito. Tralasciamo, per semplicità, le ultime due opzioni, enter_shell e skip.

Selezioniamo, dunque, local_dev. A questo punto, ci viene chiesto se vogliamo inserire un dispositivo USB come repository esterno delle immagini di Clonezilla. Se vogliamo farlo, possiamo; in ogni caso, proseguiamo premendo il tasto Invio sulla nostra tastiera. Il sistema, a questo punto, analizzerà tutti i dispositivi presenti, e alla fine ci chiederà di scegliere quale disco vogliamo utilizzare per salvare l’immagine, o per utilizzarne una già creata in precedenza.

clonezilla_select_

 

Se la nostra intenzione è creare una nuova immagine, dovremo scegliere un disco diverso da quello che vogliamo salvare come immagine. Fatto ciò, ci verrà chiesto di selezionare la directory dove sarà salvata l’immagine. Proseguiamo con Invio o cliccando su OK, e selezioniamo la modalità Beginner. Ci viene consentito di scegliere anche l’opzione Expert, utile se vogliamo impostare alcune opzioni avanzate; per i nostri scopi, però, non approfondiremo questa possibilità.

Dobbiamo, ora, specificare se vogliamo creare l’immagine di un disco, o solo di una partizione. Queste due possibilità sono rispettivamente rappresentate dalle opzioni savedisk esaveparts. Scegliamo quella che preferiamo (ad esempio, savedisk), e continuiamo con Invio. Adesso, dovremo scegliere il disco (o la partizione) locale da utilizzare come sorgente, tra quelli che ci vengono mostrati (non vedremo, in questa lista, il disco e le relative partizioni, che abbiamo precedentemente selezionato come destinazione per il file immagine). Scegliamo uno o più dischi (o partizioni), premendo la barra spaziatrice, e poi clicchiamo su OK. Prima di proseguire con il processo di creazione dell’immagine, possiamo decidere di effettuare il controllo e l’eventuale riparazione del file system (ma per il momento scegliamo di saltare questa procedura). Inoltre, abbiamo la possibilità di abilitare la verifica dell’immagine creata, che verrà eseguita al termine della creazione dell’immagine (il che è fortemente consigliato).

Finalmente, il processo di creazione dell’immagine potrà iniziare; dopo qualche minuto di attesa (tempo che dipende comunque dalla dimensione del disco), avremo generato la nostra immagine del disco (o della partizione) che avevamo scelto.

partclone_

 

Ripristinare un’immagine locale su un disco

Abbiamo visto come creare un’immagine di un disco o di una partizione. Ora, vediamo comeripristinarne una già creata in precedenza.

Ancora una volta, avviamo Clonezilla, scegliamo l’opzione device-image e la modalitàlocal_dev (se vogliamo utilizzare un’immagine locale). Quindi, selezioniamo il dispositivo nel quale abbiamo salvato l’immagine precedentemente creata. A questo punto, non vedremo più le sole opzioni savedisk e saveparts, dal momento che abbiamo selezionato un disco nel quale Clonezilla ha identificato un’immagine da potere utilizzare. Tra le opzioni, questa volta troviamo anche le seguenti:

  • restoreparts : consente di ripristinare una partizione creata con saveparts
  • restoredisk : consente di ripristinare un disco creato con savedisk
  • 1-2-mdisk : consente di ripristinare l’immagine su dischi multipli
  • chk-img-restorable : consente di verificare se l’immagine è effettivamente ripristinabile
  • cvt-img-compression : consente di modificare la modalità di compressione dell’immmagine
  • recovery-iso-zip : consente di creare il ripristino con Clonezilla

Noi ci concentreremo sulle prime due opzioni, ovvero restoreparts e restoredisk; per tutte le altre informazioni, si può fare riferimento direttamente alla documentazione ufficiale di Clonezilla Live.

 

clonezilla_restoreparts_

 

Selezioniamo, quindi, restoreparts o restoredisk (in base al fatto che l’immagine che stiamo utilizzando è relativa ad un disco o ad una partizione), e procediamo con la configurazione guidata. Si noti che, se stiamo ripristinando un disco, ed in precedenza esso era etichettato con /dev/sdX, adesso potrebbe essere stato modificato come /dev/sdY. Ciò potrebbe comportare la necessità di apportare alcune modifiche alla configurazione del sistema installato sul disco. In linea di massima, però, Clonezilla si occupa automaticamente anche di questo genere di accorgimenti, e perciò non ci dovrebbero essere sorprese.

Anche per l’operazione di scrittura dell’immagine servirà un po’ di tempo, ma alla fine saremo riusciti nell’operazione di ripristino del nostro disco (o della nostra partizione).

Clonare un disco

L’altra possibilità che abbiamo è quella di clonare direttamente un disco (o una partizione). In questo caso, dopo l’avvio di Clonezilla Live, dovremo selezionare l’opzione device-device. Di nuovo, possiamo scegliere tra Beginner ed Advanced, e per non essere inutilmente troppo prolissi, opteremo ancora per la prima opzione.

A questo punto, ci verranno mostrate quattro possibili opzioni:

  • disk_to_local_disk : consente di clonare un disco locale su un altro disco locale;
  • disk_to_remote_disk : consente di clonare un disco locale su un disco remoto;
  • part_to_local_part : consente di clonare una partizione locale su un’altra partizione locale;
  • part_to_remote_part : consente di clonare una partizione locale su una partizione remota.

Tralasciando il caso di dischi e partizioni remote, scegliamo disk_to_local_disk (che necessita di una procedura sostanzialmente analoga all’opzione relativa alle partizioni), e nelle schermate successive selezioniamo prima il disco sorgente, e poi quello di destinazione(ricordandoci che, ovviamente, quest’ultimo deve avere una capacità maggiore del primo, altrimenti i dati non potrebbero essere scritti). Anche in questo caso abbiamo la possibilità di abilitare la verifica (ed eventuale riparazione) del disco, che però per semplicità possiamo saltare.

La procedura di clonazione durerà anch’essa qualche minuto; ma alla fine, saremo riusciti a clonare due dischi. Possiamo quindi riavviare il PC e tornare ad utilizzare il nostro sistema.

 

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