Windows Server 2016: le 5 novità più importanti
Erano mesi (forse anni) che si parlava della prossima versione di Windows server.
Bene, l’attesa è finita: Windows Server 2016 è arrivato!
Ma si tratta solo di cosmesi e rifacimenti estetici o davvero questa versione contiene delle perle tecnologiche?
Leggendo l’elenco “sulla carta”, le novità sono quasi infinite: ma mentre alcune sono davvero chiave, altre sono meno importanti. Credo che le novità che possono avere un impatto sulla tua attività e che quindi devi studiare e verificare da subito sono 5.
Scopriamole insieme.
1. Virtualizzazione nidificata (nested virtualization)
Windows Server 2016 introduce il supporto per la nested virtualization, ossia la virtualizzazione nidificata o ricorsiva.
Detto in parole povere, ora puoi eseguire Hyper-V all’interno di una macchina virtuale. Detto in altri termini Hyper-V stesso può essere virtualizzato. L’immagine qui sotto chiarisce questo concetto.
Perché ti può interessare?
Perché in questo modo diventa molto più semplice eseguire il testing di programmi, lo sviluppo di software ed eseguire attività di training.
2. Macchine virtuali protette (shielded virtual machine)
Con la virtualizzazione, inutile negarlo, si parla anche di rischi e (in)sicurezza.
Avendo semplificato molto operazioni come la replica, il backup, la migrazione di sistemi anche complessi, la virtualizzazione ha reso anche molto semplice copiare le macchine virtuali.
Questo significa che chiunque abbia accesso ai sistemi, con una semplice chiavetta USB può “portarsi via” qualche macchina virtuale; se un “malintenzionato” si porta via un domain controller per esempio, può dedicare tutto il tempo che serve e trovare le password degli utenti… e una volta che ha un account la sicurezza dell’azienda è a rischio!
Windows Server 2016 risolve alla base questo problema: infatti il nuovo sistema operativo gestisce le macchine virtuali protette (shielded virtual machine).
Semplificando molto, diciamo che si possono creare delle macchine virtuali “criptate” che possono essere utilizzate solo da determinati utenti. Non solo: è possibile anche evitare che le VMs possano essere avviate da chiunque.
Questo macchine virtuali sono protette anche durante le migrazioni o le copie via rete.
Perché ti può interessare?
Ci sono applicazioni che contengono dati critici o che per nessun motivo devono finire sotto occhi indiscreti.
Bene, da oggi queste applicazioni possono essere fatte girare in macchine virtuali super-sicure, anche a prova di amministratore di rete!
3. Container
Container è una delle parole più chiacchierate del momento. In estrema sintesi i container sono una tecnologia che permette di isolare le applicazioni dal sistema operativo sottostante, aumentando la stabilità e facilità di distribuzione delle applicazioni.
Windows Server 2016 viene fornito con due container predefiniti: i container Windows server e i container Hyper-V.
La differenza? I container Windows Server sono isolati gli uni dagli altri, ma vengono eseguiti direttamente all’interno di Windows Server 2016. I container Hyper-V sono ancora più isolati, in quanto vengono eseguiti all’interno di Hyper-V.
Perché ti può interessare?
Se sviluppi o distribuisci applicazioni puoi aumentarne la scalabilità (e le prestazioni) e semplificare il deployment in grandi ambienti.
4. Schede di rete e memoria
Stop ai downtime dovuti ai cambi di configurazione di rete delle macchine virtuali o per l’aggiunta di memoria! Ora con Windows Server 2016 puoi aggiungere schede di rete e memoria senza dover fermare le macchine virtuali.
Perché ti può interessare?
Puoi cambiare le configurazioni di rete senza downtime per le macchine; se devi caricare nuove applicazioni e nuove macchine virtuali, puoi assegnare più memoria per farle girare più velocemente, senza spegnere la macchina virtuale.
5. Modalità always on/always connected e discrete device access
Le novità di Hyper-V non si esauriscono con quelle viste sopra. La nuova versione del sistema operativo di casa Microsoft incorpora la funzionalità Always On/Always Connected (AOAC).
Si tratta di “modelli” per la gestione dell’energia.
Le macchine possono stare nello stato ibrido di “connected standby”: la macchina apparentemente è spenta, ma di fatto la scheda di rete vigila sulle attività e la risveglia se necessario.
Altra grande novità è il discrete device access, ossia la possibilità di assegnare in maniera esclusiva a una macchina virtuale dispositivi hardware in standard PCIe.
Perché ti può interessare?
Se la tua attività contempla l’utilizzo di schede particolari (come per esempio schede grafiche ad alte prestazioni), queste schede possono essere assegnate (e utilizzate) direttamente dalle macchine virtuali, anche se appartengono fisicamente alla macchina host.
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